Da Konrad Lorenz e Karl Popper uno sprone darwiniano: fare evolvere la situazione per il meglio dipende soltanto da noi, proviamoci.

Mauro Preda
Informatico docente Sistemi Urbani animatore sito La Città del Sole community
Si prenderà l’avvio dal cosiddetto “colloquio al caminetto” di Altenberg tra l’etologo Konrad Lorenz e l’epistemologo Karl Popper, entrambi hanno una visione condivisa dell’uomo come prodotto dell’evoluzione biologica e sociale che porta a considerare l’evoluzione stessa come processo di conoscenza, da cui derivano l’apprendimento, l’adattamento, il pensiero e la scienza: vivere è quindi un continuo imparare. Pure la scienza, le attività umane e conseguentemente le tecnologie da essa derivate si evolvono in maniera darwiniana: attraverso tentativi ed errori.
Si tratta di presupposti generali e subito facilmente e concretamente verificabili. Proviamo solo a riflettere su alcuni prodotti di tendenza e super tecnologici appena di questi ultimi 5 anni, trasformati nel giro di breve tempo in oggetti dimenticati e del tutto inutili, eccone solo due esempi: la tv 3d o gli occhiali smart! È venuta a mancare la capacità di adattamento … tentativi ed errori!
Passando ad un livello superiore di complessità, al territorio ed alle sue attività socio-economiche produttive distribuite possiamo rileggere sempre in chiave evoluzionistica le sue dinamiche interne, fino alle singole unità elementari, le quali, specialmente nei momenti di crisi, come è appunto quello attuale, stanno dimostrando pur con fatica di sapersi adattare rapidamente alle mutate condizioni e vivono la crisi in modo positivo come uno stimolo forte per la propria innovazione. Tutta la vita, come ci insegna ancora Popper, è risolvere problemi. Tutti gli organismi sono inventori e tecnici.
Fino a questo punto, sebbene in modo estremamente sintetico, si è fatto riferimento ad un approccio “meccanico” che ogni essere vivente è costretto ad adottare, in relazione al cambiamento di scenario. Si tratta comunque pur sempre di una risposta a mutamenti esterni ed il futuro non è altro che il risultato tangibile degli effetti ottenuti.
“Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori. Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte.” (Popper).
“La vita ci sprona a ricercare un mondo migliore. Siamo come dei giardinieri, possiamo migliorarlo e coltivarlo ma bisogna essere modesti perché anche il giardiniere esperto sa che potrebbe sbagliare.” (Popper).
“Non possiamo sapere se siamo all’apice della nostra evoluzione oppure no. Possiamo procedere come regredire” (Lorenz).
In ogni caso Popper e Lorenz, convengono che il futuro non è chiuso, vale a dire determinato. Esso è aperto: biologicamente e culturalmente.
“C’è del nuovo sotto il sole – Il futuro non sarà mai come il passato.”