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MILANO. UN ALTRO SGUARDO E' POSSIBILE

Una lettera, e una proposta, di Fiorello Cortiana






GLI ECOLOGISTI PER MILANO


Gli ecologisti per Milano. Ci sono? Cosa propongono?


Ci sono, ci sono: nei comitati territoriali impegnati su questioni di prossimità o a carattere generale, nelle associazioni e nel volontariato ambientale e socio-sanitario, nell'accademia e nella ricerca, nelle professioni, nelle scuole e financo nei partiti. Costituiscono l'esercizio concreto della Cittadinanza Attiva, un vaccino utile alla crisi dell'istituto della democrazia che interessa l'occidente.


Propongono, idee e soluzioni sostenibili e di qualità, spesso in reazione a proposte demenziali sostenute dalle amministrazioni locali, legate ad esigenze vere o presunte.

Sono una estensione sussidiaria della sanità e dell'assistenza sociale, senza supporti che non siano legati a scambi politici e/o personali.


Quando alcune di queste idee hanno costituito una proposta referendaria la maggioranza dei milanesi le ha approvate, senza conseguenti scelte amministrative significative.

Di fronte alla opportunità economica del Recovery Fund/Next Generation Europe, vincolata ad una innovazione qualitativa e sostenibile dei programmi, le proposte elettorali e i candidati sindaco sembrano ancora al modello di crescita quantitativo illimitato, magari da mitigare, che la combinazione tra crisi pandemica ed emergenza climatica

richiede di superare con decisione.


Non è, quindi, un esercizio inutile ma una necessità, invitare le diverse esperienze dell'ecologismo milanese a esprimere indirizzi e proposte al fine di comporre e di proporre al dibattito pubblico una visione sostenibile, perciò bella e partecipata, per Milano città d'Europa.


Perché è della qualità della politica pubblica e della adeguatezza della proposta politica del/per il campo democratico, a livello locale e globale, che è necessario parlare.


Si tratta della natura della nostra democrazia repubblicana: la soggettività politica pubblica legata agli interessi generali, alla partecipazione informata al processo deliberativo,

alle prerogative efficaci per l'esercizio della cittadinanza attiva, alla qualità e ai poteri della rappresentanza o, in alternativa, relativizzazione delle assemblee elettive, delle amministrazioni locali, degli istituti di partecipazione, con la loro riduzione a una funzione di ratifica di decisioni prese e avocate centralmente, con le politiche pubbliche esercitate delle società partecipate nazionali e locali, nonché dalle Corporation globali del digitale.

Questa è la questione in campo, ma non è su questo cambio di natura della democrazia che siamo chiamati a discutere, confrontarci e a decidere.


Ai cittadini è chiesto di essere spettatori plaudenti dei frutti locali dei fondi immobiliari che risiedono nei paradisi fiscali, cui si assegna la decisione sul futuro della città, dagli

scali ex FS allo stadio e al quartiere di San Siro. Cosa dicono gli ecologisti, comunque collocati, sul ruolo e la funzionalità del Modello Milano in atto?


L'ONU richiama costantemente lo scenario che a metà di questo secolo vedrà il 70% della popolazione mondiale inurbata: quanta dissipazione energetica, quanta marginalità e tensione sociali?


E' vitale rovesciare questo percorso verso il burrone, per una città sostenibile, con l'innovazione funzione della qualità sociale.


E'necessario è definire in modo partecipato e condiviso una visione articolata per l'identità, il ruolo e la funzione, di Milano città metropolitana nella dimensione glocale e nella gestione dell’opportunità europea del Recovery Fund e del F2F, Farm to Fork, cioè dal Campo al Piatto, la circolarità multifunzionale dell'agricoltura.


La rete diffusa e dispersa degli ecologisti esprime empatia verso la propria comunità di territorio per sentire la città, per ascoltare la città, per amare Milano.


Sono tre le questioni su cui riflettere per mettere in discussione il Modello Milano attualmente in campo e sulle quali gli ecologisti devono intervenire affinché si proponga

una visione/mosaico da proporre al dibattito pubblico:


  • Inscrivere Milano dentro il contesto metropolitano, quale nodo di relazione e di passaggio della definizione delle politiche economiche e territoriali della globalizzazione;

  • Analizzare la natura e gli attori, protagonisti e caratteristi, del Modello Milano;

  • Proporre uno sguardo e una visione per una metropoli generativa di innovazione, vivibile, socialmente accessibile, ambientalmente sostenibile, partecipata da una cittadinanza attiva e informata.


Proprio l'articolazione delle esperienze in cui gli ecologisti milanesi sono attivi consentono alle loro riflessioni analisi circostanziate con indirizzi chiari e inequivocabili.


La prima questione è preliminare, non riguarda la sola area metropolitana milanese e può coinvolgere anche competenze che vivono in altri contesti. Essendo Milano uno dei nodi globali del sistema finanziario e immobiliare, l’analisi e la decodifica del ‘Modello’ e la forma del confronto che attiveremo diverranno un riferimento. Un cambio di modello per Milano

Città Metropolitana può avere effetti rigenerativi anche in luoghi distanti lungo le sue reti di relazione e di scambio.


La seconda questione riguarda gli attori protagonisti del destino della città. Fondi immobiliari che risiedono nei paradisi fiscali, che soldi muovono? Da chi sono presieduti? Non si sa.


Senza dimenticare il ruolo e le funzioni delle Società Partecipate: cosa sono diventate, come sono gestite e per quale missione; come dovrebbero essere per il modello sostenibile

e partecipato di cui vogliamo essere protagonisti.Società pubbliche partecipate che, comprensibilmente non confezionano più i cartoni del latte, ma che sono distanti dai bisogni quotidiani dei cittadini la cui soddisfazione era

alla base della loro costituzione imprenditoriale.

A noi cittadini è riservato il ruolo di spettatori dove lo zapping possibile, con il voto, è sul guidatore, perché il percorso rimane lo stesso.



La terza questione si fonda su concetti praticati dalle varie esperienze ecologiste:


  • Quello delle reti, con la loro bidirezionalità, siano quelle idriche/idrauliche, siano quelle delle infrastrutture per i trasporti, di persone/merci/informazioni/energia;

  • Quello della circolarità e dei suoi equilibri;

  • Quello delle filiere e delle loro relazioni qualitative e spazio/temporali;

  • Quello del quadro riassuntivo per un territorio abilitante per l’innovazione qualitativa e la cittadinanza consapevole. Cioè un Sistema Territoriale Qualitativo: qualità ambientale, qualità abitativa, qualità dei servizi, qualità delle infrastrutture, qualità culturale, qualità della ricerca, qualità sociale, qualità della democrazia.



E' necessario analizzare, valutare e modificare, gli istituti di partecipazione perché siano effettivi ed efficaci? E' funzionale che la Città Metropolitana non abbia organismi

politici eletti dai cittadini come prevede la Costituzione? E' funzionale che non abbia poteri per il governo delle reti? Ad esempio quella costituita dalla Cintura Verde,

dalle rogge e dai canali, dai corridoi ecologici possibili? Ciò vale per i Municipi quanto per l’esercizio della Cittadinanza Attiva?


E'accettabile che degli incontri informativi, organizzati dall’Amministrazione Comunale affinché le imprese illustrino la (loro) riorganizzazione di parti della città, vengano spacciati per ‘débat public’? Occorrono procedure e luoghi che rendano effettiva la partecipazione informata ai processi deliberativi?


Il caso del comitato dei cittadini di San Siro, così come quello sul ricorso per gli ex Scali FS, hanno evidenziato l’efficacia qualitativa della connessione dell’intelligenza diffusa presente a Milano.


Intanto che vanno in scena le differenziazioni simboliche da marketing elettorale, differenze che non ritroviamo su ex Scali FS, su San Siro o in Bovisa ad es., è utile che ogni esperienza per la qualità sociale del vivere urbano condivida il suo punto di vista sulle questioni che definiscono il modello glocale della nostra città e della sua articolazione metropolitana.


Un altro sguardo è possibile, magari verderà...


Fiorello Cortiana

Lombardia Sostenibile

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